A chi non è capitato, almeno qualche volta, di sentirsi arrabbiato?
Può accadere quando ci si sente vittime di un’ingiustizia, si percepisce una frustrazione, magari non riuscendo ad ottenere qualcosa considerato importante, fortemente desiderabile…
Eccola che arriva… alcune volte cogliendoci perfino di sorpresa, altre in una maniera che ci appare riconoscibile, con dei segnali, anche fisici, che abbiamo imparato ad identificare.
Ti è mai capitato di provarla? Come ti sei sentito?
La rabbia è certamente un’emozione complessa e perché no, il più delle volte anche scomoda: può farci sentire incapaci di gestirla, può ingarbugliare le relazioni e metterci in una posizione di forte esposizione con gli altri.
Questi sono gli aspetti più evidenti, più facili da cogliere e più immediati.
Ma siamo certi che siano gli unici? Qual è la funzione di quest’emozione scoppiettante rispetto alla nostra vita interiore e rispetto al nostro universo di relazioni con gli altri?
Indubbiamente si tratta di un’emozione che ci mette in gioco, e lo fa in una moltitudine di aspetti.
Uno di essi è certamente quello relazionale, è spesso lì che fa capolino; ed ecco nascere una grande quantità di domande relative alla sua gestione:
- Quali comportamenti implica?
- Come riesco a gestirla?
- Come posso contemporaneamente, darle spazio dentro di me e utilizzarla al meglio rispetto all’effetto che rischia di produrre nelle relazioni?
- Cosa scelgo di trasmettere e cosa cerco di tenere dentro e come posso conviverci?
Questo è probabilmente il livello maggiormente visibile che questo vissuto implica; tuttavia la rabbia, pur nascendo spesso all’interno di relazioni, è qualcosa di indistricabilmente legato al nostro mondo interno, ed è proprio lì che è fondamentale cogliere l’altro aspetto che le appartiene, quello che la lega al nostro equilibrio intrapsichico.
Quando si scatena, a quale aspetto di noi, della nostra storia, del nostro racconto personale, è associata?
Quale nostro sistema interno si sta attivando, e perché?
Ecco che se da un lato siamo abituati a sentirla come un’emozione scomoda, alcune volte persino pericolosa, dall’altro essa rappresenta un’opportunità: con il suo rumore, sta lì ad indicarci qualche importante aspetto di noi, rappresenta un prezioso momento di incontro e di conoscenza con nostro mondo interno.
Le emozioni tutte, e la rabbia non fa eccezione, sono soggette ad una forte variabilità individuale: persone diverse reagiranno, con ogni probabilità, in maniera anche molto differente tra loro in quanto a sentire emotivo, alle situazioni della vita.
È facile comprendere come questa variabilità individuale sia legata al proprio percorso esistenziale, ai vari apprendimenti che sono stati sperimentati, alla propria storia di attaccamento con le figure significative, e a tutti gli arricchimenti successivi, legati alle varie esperienze relazionali di vita.
La rabbia fa rumore, brucia, invade e in alcuni casi devasta, ma poi cosa ci comunica?
Spesso è la risposta più immediata che se da una parte rischia di coprire, dall’altra certamente indica alcuni temi centrali per noi.
Può trattarsi di una risposta legata ad una sensazione di non avere potere, ad un vissuto di impotenza, oppure ad un mancato ed adeguato senso di riconoscimento da parte di qualcuno, un non sentirsi visti e valorizzati in maniera adeguata per noi, oppure ad un senso di angoscia o ancora all’attesa, al dolore, al senso di vuoto, alla paura del fallimento, alla solitudine… e si potrebbe continuare.
È evidente come queste tematiche raccontino di noi, e continuamente si connettono e si riconnettono alla nostra storia.
E proprio qui risiede l’aspetto di risorsa di quest’emozione, il suo insegnarci qualcosa di importante sul nostro modo di funzionare.
L’auspicio quindi, è quello di riuscire ad accoglierla con curiosità, cercando di decifrare e recuperare il suo importante valore di segnale, per giungere, pian piano, ad un contatto con le emozioni e le parti di noi che la sottendono e la collegano alla nostra storia, recuperando il senso del messaggio originario di qui la rabbia, con tanto rumore, si fa portavoce.