Stiamo certamente vivendo un periodo storico che ricorderemo a lungo e che forse sarà riportato nei libri di storia.
E’ un evento che ha fatto irruzione nelle nostre vite e che non ci saremmo mai aspettati.
Proprio la delicatezza e l’incertezza del momento ci ha spinte come professioniste a metterci a supporto del territorio, offrendo l’opportunità di attivare uno spazio di ascolto con una prima consulenza gratuita a tutti coloro che lo richiedessero. L’idea si è quindi trasformata nel servizio “Multidirezioni per il territorio: affrontiamo insieme il corona virus”.
Qui di seguito condividiamo alcune riflessioni sulla nostra esperienza di partecipazione attiva sul territorio in una fase di emergenza.
E’ possibile che in un periodo così faticoso, si possano strutturare anche delle risorse?
E’ difficile rispondere a questa domanda, ma sicuramente il modo più funzionale per resistere a questo stravolgimento è attivare in noi dei cambiamenti: rispetto alle abitudini della quotidianità, alla gestione del tempo, alle modalità di stare in relazione.
Anche noi ci siamo dovute ri-adattare ai cambiamenti del momento, così il nostro lavoro si è trasformato da una modalità fondata su un contatto faccia a faccia con l’altro, ad un’altra in cui il rapporto è mediato dallo schermo di un computer. Giocoforza, il nostro setting, la nostra cornice relazionale è cambiata e con questo cambiamento ci siamo dovute confrontare.
Certamente non è stato un passaggio semplice, anzi, ha attivato in noi molte domande. Tuttavia, l’idea, il bisogno di poter continuare a curare la relazione con i nostri pazienti ci ha fatto mettere in una posizione di maggiore flessibilità, che ci ha permesso di accogliere il cambiamento e strutturarlo in una risorsa.
Abbiamo pensato quindi di attivare, non solo per i nostri pazienti abituali, ma anche per tutti coloro che ne sentissero il bisogno in quel momento, uno spazio di riflessione, accoglienza ed ascolto di emozioni, sensazioni, vissuti e difficoltà del periodo che tutti stiamo vivendo.
Ci avete chiamato in tanti e questo ci ha fatto riflettere su quanto sia utile offrire, in un momento così delicato, una giusta dimensione di ascolto ed accoglienza. Attraverso l’idea di questo servizio, ci siamo rese conto di aver intercettato un bisogno profondo e diffuso, di sostegno, di spazio per comprendere il “qui e ora” e per elaborarlo, di confronto e di dialogo. Le emozioni delle persone che si sono rivolte a noi sono state importanti anche per noi stesse.
Ci siamo rese conto di come, in un periodo come questo, anche i vissuti non abituali possano diventare frequenti e diffusi. La solitudine, la preoccupazione per il futuro, il senso di indeterminatezza e di incertezza lavorativa, relazionale, economica, il vissuto di impotenza e la sensazione non avere alcun controllo sugli eventi, sono stati vissuti frequentemente riscontrati. Così come le difficoltà del sonno e di regolazione dei cicli sonno veglia, la noia e la rabbia, la difficoltà di spiegare ai bambini ciò che si sta vivendo.
Un’altra riflessione che abbiamo fatto rispetto alla situazione, riguarda proprio la capacità, che molte persone hanno strutturato, di attingere ad una dimensione di “richiesta d’aiuto”. In molte situazioni infatti abbiamo potuto notare come, questa fase sospesa, abbia consentito proprio l’attivazione dello spazio necessario alla capacità di “chiedere” di venire alla luce e manifestarsi. E lo ha fatto attraverso una vera e propria domanda di consulenza che, molto spesso, ha mostrato di essere frutto di un’esperienza personale pregressa. Paradossalmente, la difficoltà del momento, ha permesso a nuove risorse di farsi spazio, alla ricerca di nuovi e più funzionali equilibri interni.
Cosa accadrà dopo?
La capacità di adattamento, la flessibilità e l’accettazione interna del bisogno di ri-modularsi per accogliere la nuova realtà, saranno certamente caratteristiche fondamentali.
Ne usciremo, ma saremo diversi!